Presentazione
Testa fra le nuvole, dal 1997
Mi chiamo Davide Pistritto e sono un astrofilo innamorato del cielo da sempre e praticante dal 1997. L'idea di avere un telescopio per curiosare tra il fascinoso spazio interstellare è sempre stata insita nella mia testa.
Le Pleiadi e l'Orsa Minore
Una bella notte d'estate dell'anno zero, prima di ritirarci a dormire in tenda, io e il mio compagno d'avventure ci troviamo a chiacchierare sotto un cielo pieno di stelle. Agosto, notte inoltrata. La testa buttata all'indietro e lo sguardo rapito da uno strano batuffolo sfuocato lassù in cielo. Non poteva essere una stella. Guarda! Ce ne sono tante vicine! Ne contiamo sei, forse sette.
"E' l'Orsa Minore", dice il mio amico.
"Si, è probabile", bofonchio incerto. In realtà il dubbio aveva mosso la mia testa: l'Orsa Minore ha, sì, sette stelle. Ma non sono così vicine tra di loro. Così attaccate, tanto da poter essere viste soltanto strizzando un po' gli occhi.
Il giorno dopo avevo una carta del cielo in mano. E scoprì, così, che quelle che avevo visto nel mio binocolino da L.10.000 erano "Le Pleiadi"!
Non sapevo ancora cosa fossero "Le Pleiadi", ma sentivo quella cosa come se fosse mia, mia soltanto. La voglia di sapere, di conoscere e riconoscere quello che vedevo su quella cartina diventava sempre più parte dei miei giorni e l'anno successivo comprai il mio primo telescopio: un Celestron Firstscope 60. Si trattava di un telescopio rifrattore acromatico di Frahunhofer da 60mm di diametro e 700mm di lunghezza focale. Una schifezza, insomma.
Ma che mi riempiva di voglia di cielo e con il quale volevo vedere tutto.
Come si inizia?
Le prime notti d'estate le passai a scoprire che dal balcone di casa, rivolto a Est, Giove e Saturno potevano essere riconosciuti facilmente a occhio nudo. Nessun astrofilo, a questo punto, può dimenticare la grande emozione della prima volta. Avere nell'oculare Giove con le sue due bande e Saturno con gli anelli che circondano il pianeta fu toccante.
Le notti osservative passavano veloci e solitarie in compagnia dei soli due Giganti Gassosi, che nel 1998 transitavano nella costellazione dei Pesci
Giove e Saturno nel 1998, avvistati per la prima volta nella costellazione dei Pesci
Pensavo di essere l'unico astrofilo nella mia Bari e l'unico modo per informarmi era leggere Nuovo Orione, la rivista (un tempo bellissima) che ogni tanto pubblicava inserti di associazioni astrofile sul territorio italiano. Le contattai tutte.
Ad alcune non rispondeva che l'infinito suono "libero" del telefono. Ad altre neanche quello. Quando riuscì a contattare il grande Raffaele Falagario, decano astrofilo del panorama pugliese, non mi sembrava vero conoscere di persona un astrofilo in carne e ossa.
9 Luglio 1999, la svolta: un cielo veramente buio
Ovvero il mio primo Star Party.
"Sotto il Cielo del Pollino" fu organizzato dal C.R.A. Lecce e ne fui invitato. Mi raccontarono che la Via Lattea, in quel posto lontano dalle luci selvagge delle città almeno 50km, era così visibile che, per i meno esperti, veniva scambiata per fastidiose nuvole. Le nuvole, quando c'erano, erano nere. Segno che non c'era inquinamento luminoso nella zona così importante da illuminare dal basso le nuvole che, così, apparivano buchi neri nel cielo.
Fu lì che il Firstscope 60 mi fece vedere il primo oggetto del profondo cielo: la celeberrima nebulosa planetaria nella Volpetta, M27. Con mio estremo stupore riuscì finalmente a vedere un oggetto deepsky da quel cosino che, tornato a casa, non riuscivo più a trovare nè osservare. La realtà venne, a quel punto, a galla: il cielo nero è l'amico più importante degli astrofili.
La nebulosta M27 vista dalla città e da un cielo di alta montagna