Diario Osservativo

Tutte le registrazioni dal mio quaderno delle stelle

Il cielo si fa sempre più chiaro. Un'occhiata all'orologio e l'ora del crepuscolo astronomico è arrivata. Ormai l'alba è alle porte e quello che portiamo a casa è un po' di sonno arretrato e una notte piena di bellissimi ricordi di un viaggio tra le stelle.

Dobson 40cm f/4.5
Ricordi, appunto.

Vuoi portare a casa solo i ricordi di quello che hai osservato?
E' molto probabile che questi diventino presto nebulosi e che le immagini di quello che hai visto nella notte appena passata, che ora hai stampate nella mente, fino alla fine diventino confuse, vaghe, lontane. E, quindi, imprecise.
Va a finire che ció che hai raccolto negli anni durante le lunghe e fredde notti d'inverno, o le corte e umide d'estate, rischia di perdersi nella luce dell'inquinamento luminoso. Per questo reputo importante prendere nota di tutto quello che si vede, cercando di descriverlo nella maniera più fedele possibile.

Fedeltà

Ogni volta che osservo è mia premura portarmi dietro il mio solito blocco di appunti e la matita (che scrive anche sottozero). Cerco di passare all'oculare un tempo ragionevolmente adatto all'oggetto che sto osservando, per poterlo descrivere al meglio, e fare avanti e indietro dal tavolino degli appunti all'oculare finché non trovo la descrizione giusta per descrivere l'oggetto deepsky.
Oltre ai miei progetti osservativi, cerco anche di raccogliere più fotoni possibili da quello che mi capita sotto tiro nello splendido atlante Triatlas (versione B/C), che reputo avere una marcia in più rispetto alla pur splendida Uranometria 2000.0

"Troppo sforzo!"

A me non interessa soltanto "spremere" lo strumento.
Mi interessa portare al limite il mio occhio.
Mi interessa collezionare osservazioni con un metodo preciso.
Mi interessa osservare il più lontano possibile.
Mi interessa ricalcare i passi che i primi osservatori fecero per costruire il cielo partendo da zero.
Per un bagaglio di crescita culturale.
Perchè ridurmi ai 110 di Messier vuol dire avere una grossa barriera.
Perchè osservare 364 volte M42 stanca.
Prendo appunti anche per cercare di condividerli con chi è interessato al mio approccio osservativo e vuole percorrerne uno suo personale, rielaborando quello che è stato fatto da altri.
Però mi rendo conto che non è facile.
Ci vuole costanza. E passione.

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